2 novembre 2021

Le motivazioni delle giurie

IL VINCITORE DELL'EDIZIONE 2021 DI Giallo al Centro
 
 
La GIURIA ARTISTICA dichiara vincitore dell'edizione 2021 di Giallo al Centro HOTEL d'ANGLETERRE di Carmine Mari, Marlin editore.
 
La motivazione:
Per l'abile ricostruzione che fa da cornice ad un'avvincente narrazione in cui si mescola l'intrigo di carattere sociale a certe affascinanti ambientazioni rètro.
inoltre:
Con un romanzo che porta il lettore in un magico viaggio nel primo Novecento e nella Bella Époque e con la suspense tipica di una spy story.
 
 
La GIURIA ONLINE dichiara "HOTEL D'ANGLETERRE" di Carmine Mari, Marlin editore, vincitore dell'edizione 2021 di Giallo al Centro.

Una vicenda originale, uno stile narrativo che ricorda la pièce teatrale, la realistica caratterizzazione dei personaggi: un mix perfetto che coinvolge il lettore mettendone alla prova le doti investigative.
 
Dalla prima scena, infatti, il lettore non può fare a meno di prendere le parti del protagonista, di soffrire e faticare con lui, di fargli da spalla e di sostenerne le, seppur azzardate e istintive, scelte. Le descrizioni dei luoghi e delle vicende personali, a metà tra romanzo storico e giallo d'altri tempi, danno all'autore lo spunto per narrare di fenomeni politici e sociali realmente accaduti, accompagnato da battute incisive e serrate tipiche della recitazione teatrale.
 
https://www.facebook.com/Giallo-al-Centro-520169554860026

Giallo Al Centro 2021

 Essere in una finale è già una bella soddisfazione, vincere un premio è la realizzazione di una parte di sogno. Ma due nello stesso concorso? Un'altra parte di quel sogno immagino ... 

 

Ringrazio i lettori che mi hanno sostenuto, tantissimi 🥂 e la giura artistica di Giallo al Centro 2021 per aver scelto Hotel d'Angleterre. Edoardo e Amelia ringraziano anche loro.

Rivolgo un "in bocca al lupo" a Diego Collaveri per il suo romanzo #Fango  e a Chicca Maralfa  tanta fortuna 🍀 per #ilsegretodimrwiller (da oggi sul mio comodino) e un saluto particolare; eleganza, sportività e doti di preveggenza fuori dal comune. 

Conoscere persone così è sempre un piacere.

 

Grazie a Roberta Giovannetti spirito puro del festival, Benedetta Bellucci sfuggente nei nomi, Giovanni Jacob Lucchese Ariase Barretta Elisabetta Galassetti (la reatese... reatina🤔? ) Mea Aleka, Silvia Bottani Loredana Salzano una salernitana in incognito, Marco il fotografo, il signor Gianni e gli altri 🥵

 

 Un grazie alla signora Flavia Festuccia che ha scarrozzato, con guida spericolata, per colli e per valli
reatine il sottoscritto e Chicca alla ricerca della fede perduta e l'armonia interiore smarrita in un piatto all'amatriciana.

 Un grazie alla mia casa editrice Marlin editore nel ricordo di Tommaso Avagliano, a cui dedico questo premio.🙏

6 aprile 2021

Sabotaggio

 Sabotaggio, Arturo Pérez-Revert, Rizzoli, 2020

Sabotaggio, di Perez Reverte uscito nel 2020 è il terzo della serie, legato al personaggio Lorenzo Falcò, avventuriero per conto dei franchisti, sicario su commissione e incallito donnaiolo. Non sono riuscito a farmi un’idea precisa circa lo scrittore, delle sue idee politiche, dato che Falcò presenta aspetti controversi, come tutta la sua storia; il bianco non è mai bianco, il nero non è mai nero. I buoni e i cattivi si alternano nei loro ruoli a seconda del lettore, immagino.

Forse la bravura di Reverte consiste proprio in questa sua capacità di imbrogliare il mazzo come dice lui. La trama tutto sommato segue canoni tradizionali, e per qualcuno Falcò è diventata una caricatura.

Ma di fronte a certe frasi ti rendi conto di quanta strada manchi ancora, quanta consapevolezza, per raggiugere certi traguardi. Anche per questo sono scritti i libri come Sabotaggio. C’è il piacere dell’intrigo, il fascino dell’ambiente riprodotto con grande maestria. C’è l’attrazione verso i personaggi e quel senso di appagamento mai completo della lettura.

23 gennaio 2021

L'appunto smarrito

 Pollice e penna

A distanza di tempo penso spesso a quella mattina d’estate.

A dire il vero ci penso ogni volta che scrivo, costretto a impugnare la penna in modo insolito. Con tanto esercizio la mia grafia ora è perfettamente leggibile. Chissà, forse è giunto il momento di comprare una moderna macchina per scrivere e mettere da parte la Parker in ebanite da trentacinque lire, ma troppi ricordi mi legano a lei. Sembra che siano rimasti incapsulati nel serbatoio dell’inchiostro, che non aspettino altra occasione per uscire dal pennino e trasformarsi in parole, lucide e ordinate, in voci e sorrisi, sguardi, sogni e delusioni.

Pensando a mente fredda a quegli eventi, direi che siano stati attraversati per intero da una netta sensazione di ineluttabilità: vedo una mano invisibile, forte e decisa che tira i fili del destino. Ogni personaggio della vicenda, me compreso, ha recitato la parte che gli è stata attribuita da un copione scritto da altri; ognuno immerso nel proprio ruolo, senza alcuna deviazione. Sarebbe bastato un piccolo fattore di disturbo, un battito di ciglia fuori posto e la vicenda avrebbe preso pieghe imponderabili. Bastava dire no a zia Tina, tanto per cominciare. Potevo prendere a cazzotti Scorza per quella sua dannata busta; se l'avessi fatto, il titolare dell’Angleterre mi avrebbe licenziato, ed ecco che sarei uscito di scena. Sono pentito per non avergli rotto il grugno; quel fesso di romano ora mi sarebbe stato grato per l’eternità.

Prima visione